VARIETA’ INTERPRETATIVE NEL TEMPO E NELLA MATERIA
di Filippo Massini
Spontaneità, termine naturale e profondo, pertinente quando si riferisce ad un materiale che per varietà e consistenza materica non ha eguali, ovvero la ruggine, grande trasformatrice del ferro, traccia materica del tempo che passa sulle cose.
Proprio per questa sua capacità di trasformazione fu in passato grande ispiratrice. Alla mente rinvengono opere della seconda metà degli anni cinquanta realizzate da Alberto Burri, l’artista dei materiali, dove, esaurita la “fase dei sacchi”, inizia a saggiare le possibilità espressive di nuove materie. Basti vedere la serie “Grande ferro” dove riesce così ad ottenere, grazie anche alla ruggine, opere dalle tonalità cupe e tenebrose, quasi residuati di officine infernali.
L’ispirazione è tutto e il revival vero e proprio del metallo e le nuove interpretazioni abbracciano anche l’architettura. Roberto Silvestri, architetto che per primo utilizzò il ferro portandolo a sviluppare ruggine, afferma : << Per lavorare in architettura occorre entrare nella vita delle persone per comprenderne bisogni e desideri, con lo scopo di creare ambienti che possano essere “indossati” ogni giorno >>. Qui si denota e si rimarca una certa duttilità, in primis utilizzata appositamente per stupire e soddisfare, duttilità che crea a sua volta un caleidoscopio di effetti materici legati inesorabilmente al trascorrere del tempo, ma fissabili e propri di ogni singola personalità.
Ruggine come “spettro cromatico dell’abbandono” e contemporaneamente simbolo del tempo che ritorna per restare.
Ispirazioni è una sezione del nostro sito curata da Filippo Massini, storico dell’arte. In questo articolo ci ha proposto la sua ispirazione della vernice effetto ruggine.
Link consigliati:
Alberto Burri, Grande Ferro M5, 1958
Approfondimenti su Alberto Burri: http://www.archimagazine.com/bburri.htm