di Filippo Massini
Il carattere e l’impronta ideologica sono riconducibili ad una fonte variegata e complessa di creatività. Questa creatività viene attuata ed espressa solo dopo un preciso e contemporaneamente estroso processo d’ispirazione fortemente singolare, proprio di chi è alla ricerca di novità, immediatezza ma anche di familiarità e continuità con ciò che ha sempre rappresentato l’esperienza passata, fungendo da tramite per scoperte future.
Appassionato, per appassionare, curioso per incuriosire, la penna come guida e l’ispirazione come (prima) fonte.
Dott. Filippo Massini – Storico dell’Arte
ISTINTI
Spesso associamo l’istinto ad un impulso, ovvero a quella che per definizione è la tendenza innata generatrice di risposte o reazioni. L’istinto è anche origine, cioè quel qualcosa di primordiale che ci accompagna da e per tutta la vita. Agire con istinto è sinonimo di impulsività, appunto, ma non per questo priva di alcun controllo.
Istinto come irrazionalità, forse, ma soprattutto indice di creatività, portatrice di risultati frequentemente impattanti. Tra questi risultati, indubbiamente, l’effetto visivo e tattile sono tra i protagonisti: la sorpresa e il compiacimento di fronte a tali risultati è percepibile, così come tutto ciò che sta alle spalle della creazione e dell’idea primitiva.
Si ritorna alle origini, l’ispirazione primaria, i materiali presenti in natura. Natura che nasconde da sempre la parola “istinto”, la quale, inevitabilmente, prevale su tutto.
VARIAZIONI
Concettualmente la realtà non è mai statica, anzi, si modifica, si evolve e subisce sconvolgimenti anche improvvisi. Ma questo rapporto intrinseco tra attuazione e il
subire una modificazione conduce ad uno spettro definito e globale sintetizzabile con il termine originalità. Tutto ciò porta con se delle conseguenze, talmente volubili da rendere unici i risultati in lavorazione.
Se si dovesse ricercare un qualcosa di specifico e delineato non si può non avvalorare l’importanza dell’origine, dove tutto è iniziato e da dove la materia crea e porta a risultati concreti, riconducibili a ciò che possiamo riscontrare oggi, o vero nell’attualità e nella contemporaneità. Ma non basta, non si può pensare che la creazione non implichi variazione. Tutto è mutevole, tutto è variabile, la realtà stessa accetta, anche inconsapevolmente, di essere modificata.
ESPERIENZE
Quante volte convogliamo buona parte del nostro sapere nell’esperienza. E quante volte questa esperienza suscita nel proprio io un continuo
scambio dare – avere nella quotidianità. Tutto ciò che ci circonda è esperienza: in primis visiva, unica ma contemporaneamente mutevole e inaspettata, alla quale subentra prepotente la sfera tattile, anch’essa complessa ma estremamente arcaica e tipica dell’uomo.
Coinvolgendo poi tutto il resto si può con forza affermare che l’esperienza è conoscenza, quella conoscenza che può e deve essere fornita attraverso le sensazioni. Il passato genera conoscenza, si allaccia e lega indissolubilmente al presenta per poi proiettarsi nel futuro grazie ad una forza intrinseca, potente, come ad esempio il metallo stesso può richiamare.
Tramite le esperienze si cresce, si crea e si pongono quelle solide basi così uniche da essere considerate imperiture nel tempo.
TRASPARENZE
Alla base e al cospetto visivo è sempre esistita la luce, elemento chiave di vita e continuità. Ma anche elemento forte ed esaltante di una delle caratteristiche in assoluto più puro, ovvero la trasparenza. Il significato si è fatto poi via via più sottile, come uno strato che progressivamente perde spessore ma acquista lucentezza, chiarezza e nitidezza inconfondibili.
Non è tutto. Noi stessi chiediamo e auspichiamo trasparenza, nei più svariati e multiformi modi possibili: la ricerca e il fondamento di un principio di chiarezza, predilige una totale o quantomeno minore assenza di occultamento, cercare dunque di arrivare al di là di un’ipotetica interferenza, anche visiva, per poter riscoprire la potenza prima e la facilità di compressione poi di una “luminosità” imprescindibile.
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